Una poesia di Nino Campisi
ALLA SCALA DEI TURCHI
Dietro le grate della mia prigione
fuggo e sono un bambino,
non più debole né ipocrita.
Ho fermato il tempo per riscoprire il mondo
e trovo la solitudine delle cose
a cui vorrei gridare il mio nome.
Non conoscerò mai la mia voce
e l'eco che si stacca da queste bianche
pareti di pietra levigate dal vento.
Aggrappato alle sue rotondità
ascolto il dolore di strani uccelli.
Di tanto in tanto i loro gracidii,
striduli ed esili come i riflessi del mare,
rimbalzano sugli scogli e nell'aria,
flebili e flautati agli orecchi.
Nino Campisi
Da "Diritto di appartenenza"
Quinta edizione 2011
Prefazione di Giorgio Celli e Costanza Savini
Introduzione di Bruno Brunini
Stampato in Italia presso Cromografica Roma S.r.l., Roma,
per Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A.
© 2011 Nino Campisi.
Al Baruch Laboratorio di Pensiero e Arte.
Via Marescalchi 2/b - 40123 Bologna - Tel: 051224243.
ALLA SCALA DEI TURCHI
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